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Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena

Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena: mappa

Se cercate un’escursione per tutta la famiglia e siete in Alto Adige, scegliete il parco giochi Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena. Un percorso semplicissimo ma incantevole, con dieci stazioni di giochi in legno da cui sarà davvero molto difficile portare via i vostri bambini.

Dove si trova

Panaraida si trova all’inizio della Val Gardena provenendo da sud-est: si arriva a Santa Cristina e si imbocca una strada a tornanti sulla sinistra, poco dopo l’ufficio postale. In nemmeno dieci minuti si raggiunge un parcheggio a pagamento, sotto agli impianti di risalita che portano dal Monte Pana e al Mont de Sëura.

Vicino al parcheggio troviamo due hotel, un paio di ristoranti, una casa vacanze e… un immenso prato verde. Qui c’è l’ ingresso principale a Panaraida. Come riconoscerlo? Semplice, seguite i funghi bianchi e rossi: arriverete ad una piccola stazione fotografica, dove potrete divertirvi a immortalare l’inizio della vostra avventura.

Ad accogliervi ci saranno dei buffi nanetti vestiti di verde, e anche qualche leggenda dei boschi e delle montagne. Troverete anche una piccola mappa, che vi aiuterà fin da subito a farvi un’idea del percorso. Niente paura, però: a Panaraida tutto è semplice, ben indicato e a misura di bambino.

Panaraida: la mappa del percorso

Per arrivare alla prima tappa, basta seguire il sentiero battuto e pianeggiante che passa davanti al parcheggio, ai ristoranti e agli hotel. Attenzione, però: subito dopo l’ultimo albergo c’è un piccolo parco giochi a giostrine, che calamiterà l’attenzione dei più piccoli. Il mio suggerimento è di promettere loro di tornarci a fine giornata, per non perdere troppo tempo e dedicare a Panaraida tutta l’attenzione che merita.

Subito prima dello steccato che taglia il prato a metà, segnando l’inizio vero e proprio del percorso, c’è la prima stazione. È solo un piccolo assaggio di quello che voi e i vostri bambini troverete lungo il sentiero: che, lo ripetiamo, è davvero semplice e adatto a tutti, anche ai più piccoli.

Noi, per esempio, ci siamo andati con i nostri bambini di due e cinque anni: è stata una delle pochissime volte in cui, durante le nostre vacanze in Val Gardena, nessuno si è lamentato di stanchezza, caldo, freddo, fame e “Devo fare la pipì“.

Merito delle giostre e delle stazioni-gioco in legno, una diversa per ogni tappa: sono tutte interattive, fatte per permettere ai piccoli visitatori di sperimentare, esplorare, fare domande e vivere una giornata all’aria aperta.

Caratteristiche del sentiero

Parlare delle caratteristiche del sentiero quando si racconta una giornata a Panaraida, a Santa Cristina in Val Gardena, è quasi fuorviante.

Non si tratta di un’escursione nel senso classico del termine: piuttosto, di una tranquillissima passeggiata tra prati e boschi che accompagna i visitatori da una stazione – gioco a quella successiva.

Qualche indicazione tecnica è comunque sempre utile, soprattutto se si parla di una destinazione dedicata ai più piccoli:

  • Lunghezza del sentiero: 2,5 km.
  • Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti. Vi consiglio però di prendere questa indicazione con le pinze. Noi, ad esempio, ci abbiamo trascorso una mattinata intera!
  • Altitudine: 1700 m s.l.m.
  • Dislivello: 150 m totali, 75 in salita, 75 in discesa. I dislivelli sono comunque dolci e si procede per tratti brevi, intervallati dalle soste nelle stazioni con i giochi in legno.
  • Difficoltà: molto facile. Noi avevamo lo zaino porta-bimbi per il nostro bambino più piccolo, ma non l’abbiamo utilizzato. Molte altre famiglie hanno affrontato il percorso con il passeggino da trekking. L’unica difficoltà è guadare il ruscelletto, ma con un po’di collaborazione l’ostacolo si supera senza problemi.
  • Ingresso: gratuito, a parte il costo del parcheggio.
  • Attrezzatura suggerita: nessuna in particolare, a parte uno zaino ben organizzato. Per camminare lungo il percorso bastano anche un paio di buone scarpe da ginnastica, facendo attenzione a non bagnarle: io ho scelto comunque gli scarponi da montagna, ma solo perché li trovo molto comodi.

Il sentiero prende avvio in un’area totalmente pianeggiante: un prato verdissimo attraversato dalla piccola stradina che segna il percorso. Dopo le prime stazioni, si prosegue lungo un’area leggermente in salita, con i primi alberi.

Il guado di un piccolo ruscello, estremamente agevole, ci porta verso il bosco. Qui il percorso prosegue con alcune delle tappe più belle, fino ad arrivare ad un laghetto. Siamo alla fine dell’avventura: un tunnel dipinto dai bambini delle scuole della zona ci saluta, invitandoci a tornare.

Proseguendo, si scende per tornare all’inizio della passeggiata, nella zona del parcheggio e degli hotel: bastano meno di dieci minuti a piedi lungo il sentiero o attraversando i prati per ritrovarsi al punto di partenza.

Tutte le stazioni – gioco del percorso sono rigorosamente in legno e si integrano perfettamente con il paesaggio e le sue caratteristiche. Scopriamole, una per una.

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La carrozza a cavalli

La prima tappa del parco giochi Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena si trova a pochi passi dall’ultimo hotel, lungo la piccola salita che costeggia lo steccato in legno.

I bambini salgono subito in groppa a due cavalli in legno di cirmolo chiaro che trainano un carretto. Mia figlia, sentendo la mia descrizione, mi ha subito ripresa: “Mamma, non è un carretto, è una carrozza!“: appunto, la carrozza a cavalli di Panaraida.

Davvero, ci vuole poco per trasformare due cavalli intagliati e un carrettino in un tiro a due da principessa. L’unica avvertenza è quella di reggere i bambini più piccoli: i due cavalli, infatti, sono alti abbastanza da dare ai piccoli ospiti l’impressione di cavalcare un vero destriero. L’effetto è ancora più realistico, perché le due figure si muovono, dondolando e rispondendo ai movimenti dei loro cavalieri in erba.

Un po’ per le spinte dei cavalli, un po’ aiutato a mano, anche il carretto di legno si muove lungo le guide fissate a terra. Ci vuole un po’per capire come coordinare il meccanismo, ma una volta iniziata la cavalcata i vostri bambini non vorranno più scendere.

A Panaraida, però, la risposta alle proteste dei bimbi al momento di proseguire da una stazione all’altra è semplice: “Venite, più avanti ci aspettano giostre ancora più belle“.

Il cinema delle Dolomiti

Attraversando il varco che si apre nello steccato in legno, il sentiero prosegue nel prato fino alla seconda tappa.

Una piccola arena delimitata da tronchi d’albero disposti a chiocciola nasconde il Cinema delle Dolomiti. Si tratta di un punto panoramico, dove davanti ai nostri occhi si apre la splendida vista delle montagne circostanti.

All’interno dell’arena in legno un piccolo piedistallo permette a grandi e piccoli di utilizzare un cannocchiale per godere ancora meglio dell’incantevole panorama. Vi avviso, però: la regolazione dello strumento non è per nulla agevole, e più di qualcuno ha rinunciato, noi compresi.

Niente paura, però, perché il panorama rimane molto suggestivo, con o senza cannocchiale: in più, lungo le pareti a tronchi del Cinema delle Dolomiti ci sono altre postazioni di osservazione sopraelevate. In corrispondenza di ciascuna, una targa indica i nomi delle montagne circostanti e le distanze dai centri principali della zona.

Un suggerimento: armatevi di pazienza, ma non liquidate con qualche risposta sbrigativa le domande che i vostri bambini vi faranno lungo il percorso. Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena è il posto ideale per guidare le loro scoperte e farli avvicinare al mondo della natura attraverso il gioco.

Qual è stata la domanda per il Cinema delle Dolomiti? “Mamma, ma come sono nate le montagne?“. Per fortuna, nel nostro caso ha risposto papà!

Il percorso acquatico

Proseguiamo salendo lungo il sentiero, con una pendenza dolcissima. L’acqua è una costante nel percorso: non per nulla, il nome tedesco del parco è “Panaraida Wasserspiele“, ossia “Panaraida giochi d’acqua”. Nella terza tappa, incontriamo il ruscello per la prima volta.

Il percorso acquatico, infatti, è un sistema articolato di canalette in legno, alimentate dal torrentello che scende dal monte e che nel prato diventa poco più di un rivolo. La canaletta principale ha la forma di un lunghissimo drago cinese, a metà tra il maestoso e lo spaventoso. Da lì, i bambini possono divertirsi a deviare il flusso dell’acqua spostando le condotte, o divertirsi a interromperlo, grazie ad una serie di mini-dighe rimovibili e di grossi tappi in legno.

Panaraida: parco acquatico e casette sugli alberi

Ci saranno litigi, negoziazioni, scoperte fatte grazie ai discorsi complicatissimi con gli altri bambini. Potete assistere, oppure restare un po’in disparte, e lasciare che i vostri figli esercitino l’arte del compromesso.

Vigilate sempre sulla distanza di sicurezza tra i loro piedini e il piccolo stagno, specie per i bimbi più piccoli: lo specchio d’acqua non è pericoloso, ma proseguire il percorso con calze e scarpe bagnate può diventare una grossa seccatura, specie a primavera o inizio autunno.

Vicino al parco acquatico ci sono anche comode sedie in legno e sedie a sdraio per godersi il sole. In più, una fontanella permette di ricaricare le borracce con la freschissima acqua del ruscello, proseguendo poi per la tappa successiva.

Il labirinto di tronchi

Questa è una delle mie tappe preferite! Scendendo lungo il sentiero, tra i primi alberi che annunciano l’avvicinarsi del bosco, troviamo il labirinto di tronchi.

Si tratta di un piccolo labirinto circolare, con percorsi delimitati da ceppi in legno di altezze diverse. Le opzioni sono due: inoltrarsi nel labirinto camminando sul terreno oppure salire sui tronchi.

Quasi tutti i bambini scelgono la seconda opzione: assistere ai loro incroci, osservare il loro senso strano e immediato per il “dare precedenza” e vedere come si indicano la strada a vicenda è davvero divertente.

I più piccoli sono seguiti dai genitori, che li accompagnano per mano da un tronco all’altro, lasciando che siano loro a decidere la direzione. Il percorso del labirinto è piuttosto semplice, con alcune svolte guidate che, ben presto, conducono tutti i piccoli esploratori alla meta: una piattaforma centrale sopraelevata da cui arrivano costantemente grida di trionfo.

Se la stazione – gioco non è molto affollata, anche per i grandi è divertente sperimentare i percorsi del labirinto: noi l’abbiamo fatto, e… confessiamo che i nostri bambini ci hanno battuti alla grande, quanto a tempo di percorrenza!

Il guado del ruscello

A pochi passi dal labirinto di tronchi incontriamo di nuovo il piccolo rivolo che alimentava il parco acquatico. Anzi, sarebbe meglio dire che è lui ad incrociare il nostro cammino: per passare oltre e arrivare al bosco bisogna guadare il ruscello.

Anche stavolta, ci sono due strade: gli esploratori più coraggiosi possono scegliere il percorso sui ceppi di legno, piantati nelle acque del ruscello ad intervalli irregolari. I più piccoli di solito attraversano il guado – che parola grossa! – in braccio a mamma e papà, o fanno “un grande salto” salendo lungo il ruscello, sulla destra, dove le rive si avvicinano.

C’è anche la soluzione di compromesso: dato che i ceppi più distanti l’uno dall’altro sono i primi, si può anche decidere di far salire i bambini già sul secondo ceppo, facilmente raggiungibile dalla riva senza bagnarsi, per poi farli proseguire da soli.

Questo è forse l’unico punto del percorso in cui chi ha le scarpe da ginnastica e deve gestire i più piccoli può trovarsi un po’in difficoltà. Se i bambini, ad esempio, invocano l’aiuto (e la mano) di mamma e papà per attraversare, l’unica soluzione è bagnarsi le scarpe nel torrente: un buon paio di scarpe da trekking o gli scarponi, in questo caso, evitano possibili fastidi.

Una volta attraversato il ruscelletto, state certi che i vostri bimbi vorranno rifarlo. Quando sarete stanchi dei loro “Ancora!“, indicate il bosco, a trenta metri dal ruscello: è lì che l’avventura si fa ancora più entusiasmante.

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Le casette sugli alberi

Entrando nel bosco, respirate a fondo. Lo sentite questo odore di legno, foglie e aria frizzante? Entriamo nel cuore di Panaraida, alla scoperta di alcune delle stazioni – gioco più belle del parco.

Le casette sugli alberi, la prima tappa all’interno del bosco, sembrano fatte apposta per risvegliare la fantasia. Tra pavimenti di legno, scale di corda e pali levigati per arrampicarsi, ponti tibetani e botole, queste casette possono davvero diventare di tutto.

C’è chi le usa come nascondiglio sospeso, chi le trasforma in una nave dei pirati, chi pensa subito ai folletti del bosco. Fatto sta che questa è una delle attrazioni più affollate di Panaraida.

I bambini, da soli o accompagnati dai genitori, salgono tra i rami degli alberi in cerca di avventure, attraversano ponti e passerelle sospese e spostano un po’più in là i limiti del loro coraggio.

Teneteli d’occhio, perché qualche passo falso o qualche ruzzolone di troppo può sempre capitare, tra botolee mini-palestre di arrampicata. L’importante è essere pronti a sdrammatizzare: ma vedrete che anche qui, come accade per molti altri giochi del parco, i piccoli esploratori si aiuteranno a vicenda.

Ecco, qui è stato davvero difficile convincere i bambini a proseguire: per fortuna avevamo studiato il percorso, e sapevamo che la tappa successiva sarebbe stata altrettanto entusiasmante.

L’altalena gigante

Bastano due minuti tra boschi, prati, e al massimo qualche pozza d’acqua se ha piovuto il giorno precedente per arrivare ad una vera sorpresa.

Avete presente I viaggi di Gulliver? Ecco, immaginate di trovarvi a Brobdignac, il paese dei giganti. Sì, perché al parco giochi Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena c’è un’altalena che avrebbe potuto trovare posto tra le pagine di Swift. Due parole per descriverla: grandissima e irresistibile.

L’altalena gigante è costruita con lunghe corde robuste, intrecciate e curvate. È talmente grande che può ospitare tre adulti insieme: figuratevi quanto può essere grande agli occhi di un bambino!

Mio marito e io non abbiamo resistito e, al grido di “Vi ci accompagniamo noi, così vi aiutiamo a salire!” abbiamo fatto un giro in altalena insieme ai nostri figli. Del resto… vacanza è concedersi un po’di leggerezza in più giusto?

C’è spesso la fila davanti a questa giostra, che resta tra le più gettonate del parco. Proprio per questo a pochi passi è stata aggiunta un’altra altalena: più tradizionale, forse, ma appesa al ramo di un albero con corde lunghissime. Le oscillazioni sono ampie e lente, e tra una spinta e l’altra sembra davvero di immergersi nel paesaggio.

Il bosco, infatti, si apre e lascia di nuovo il posto al prato, offrendo uno dei punti panoramici più belli del parco. Vale la pena di fermarsi qualche minuto in più, prima di ripartire verso la tappa seguente.

Il tiro a segno delle pigne.

Io sono convinta di una cosa, e nessuno me la toglierà dalla testa: il tiro a segno delle pigne di Panaraida è stato pensato per gli adulti, non per i bambini.

A nemmeno duecento metri dall’altalena gigante il sentiero rientra del tutto nel bosco e ci si trova davanti a una stazione – gioco che è annunciata da grida e risate. Fateci caso: non si tratta di voci infantili, il più delle volte.

A mettere alla prova la propria mira sono spesso proprio i grandi, incitati dai loro figli. Il gioco è semplice, ma dannatamente accattivante: si tratta di raccogliere le pigne dal terreno (gli alberi del bosco ne forniscono in abbondanza) e di lanciarle facendole passare per una sequenza di buchi via via sempre più piccoli intagliati sulla superficie di un’asse di legno, a tre metri di distanza dal punto di tiro.

Panaraida: tiro a segno delle pigne

Gli ingredienti per creare dipendenza ci sono tutti: la sfida, l’effetto luna park, l’esultanza ad ogni centro o le esclamazioni di disappunto ad ogni lancio fallito. Papà, mamme e nonni si sfidano, con lo stesso spirito di chi riscopre i giochi del passato alle sagre di paese.

I bambini li guardano a metà tra il divertito e lo stupito, e stavolta sono loro a dire, dopo un po’ “Mamma, papà, andiamo?“. La risposta? “Ancora un tiro, uno solo, promesso!“. Poi ci renderemo conto di quel che abbiamo appena detto, e la risata esploderà spontanea, ve l’assicuro.

La funivia in legno

L’ultima vera e propria stazione – gioco di Panaraida è davvero il gran finale: la ciliegina sulla torta.

Avete presente le classiche carrucole che si trovano in diversi parchi gioco o in qualche giardino pubblico? Bene: a Panaraida dalla carrucola non pende il solito trespolo sospeso a cui i bambini devono aggrapparsi, per poi lasciarsi scivolare giù da una collinetta artificiale. Qui, appesa alla carrucola, c’è una piccola funivia in legno.

Si tratta di una specie di grande, solida cassetta della frutta con quattro posti a sedere, due per ognuno dei lati più lunghi: una specie di funivia in miniatura, appunto. I piccoli ospiti si siedono e chi tiene la cassetta in legno la lascia andare giù, in discesa, lungo la collinetta.

È un piccolo volo senza rischi, perché l’intera struttura ha un impianto frenante che ammorbidisce l’atterraggio, rendendolo dolce e attutendo qualsiasi urto. L’unico problema? Alla fine del suo viaggio la funivia deve essere riportata al punto di partenza, e non è proprio semplicissimo: meglio essere in due a spingere o a tirare il cavo di attacco della giostra.

Qualcuno che collabora si trova sempre, e l’occasione è buona anche per scambiare quattro chiacchiere. Un’idea in più su una meta da vedere o su qualcosa da fare nei dintorni fa sempre comodo: la funivia di Panaraida è il luogo ideale per intavolare una conversazione del genere con altri turisti.

Il laghetto

Dopo aver lasciato la funivia in legno alle nostre spalle, si prosegue per la tappa conclusiva del percorso: il biotopo acquatico, sulle rive di un minuscolo laghetto.

Sulle rive del piccolo specchio d’acqua ci sono sedie e chaise longue in legno sorprendentemente comode: l’ideale per un po’di relax e un po’di quiete alla fine del percorso.

Per chi lo desidera, c’è anche un piccolo percorso Kneipp: noi non l’abbiamo provato, perché l’acqua era piuttosto fangosa, ma qualche visitatore arrivato poco dopo non si è fatto intimidire e ha sperimentato la passeggiata nelle acque del laghetto.

Lungo le sponde, abbiamo visto anche piccoli branchi di grossi girini, che hanno attirato immediatamente l’attenzione dei bambini (piccolo momento Superquark dedicato al ciclo di vita delle rane).

Panaraida: laghetto

Dopo una pausa, abbiamo ripreso il sentiero per tornare al punto di partenza. Prima però abbiamo attraversato un tunnel dipinto dai ragazzi delle scuole medie dei paesi vicini. Il tema? Gli animali, da quelli tipici di montagna, incluso un grosso ragno, ai leoni della savana.

Arrivati nei pressi del parcheggio dove avevamo lasciato l’auto, ci siamo fermati per pranzo ad un piccolo chiosco. La passeggiata aveva risvegliato l’appetito e uno spuntino goloso ci è sembrato la conclusione perfetta della bellissima mattinata trascorsa a Panaraida.

Quando andare e come arrivare

Panaraida a Santa Cristina in Val Gardena è un percorso liberamente accessibile e gratuito, senza orari di apertura e di chiusura. Il periodo in cui si può visitare il parco giochi va da aprile a ottobre – inizio novembre, neve permettendo.

Con una buona attrezzatura e l’abbigliamento giusto, infatti, il percorso è senz’altro percorribile anche nel primo periodo autunnale, se non c’è la neve e il tempo è bello. L’unica avvertenza da considerare riguarda i giochi d’acqua, che potrebbero causare qualche difficoltà se le temperature sono troppo fresche.

In ogni caso, il periodo migliore per programmare un’escursione a Panaraida è quello che va da maggio a ottobre, quando le temperature sono più miti e non c’è il rischio di trovare neve.

Tutti i percorsi per arrivare a Panaraida prevedono l’arrivo a Santa Cristina in Val Gardena, da dove parte la strada che porta al Parco.

Venendo da est / sud – est, per raggiungere il parco si deve arrivare all’ingresso est della Val Gardena. La strada non è semplicissima, perché chi proviene dalle Dolomiti venete deve attraversare il Passo Fedaia, raggiungere Canazei e poi affrontare il Passo Sella. Si tratta di un percorso per chi è abituato a guidare in montagna, ma ha il vantaggio di essere estremamente suggestivo e molto panoramico.

Un’alternativa più semplice è quella di imboccare l’autostrada del Brennero (A22) percorrendola verso nord fino a Ponte Gardena. Da lì, si arriva all’ingresso ovest della Val Gardena: percorrendola verso est, si supera Ortisei e dopo poco più di dieci minuti si raggiunge Santa Cristina.

Una volta arrivati, si devono seguire le indicazioni per il Monte Pana, fino ad arrivare al parcheggio dove noi abbiamo lasciato l’auto. Un’altra possibile soluzione è quella di prendere la funivia che dal centro di Santa Cristina porta allo stesso parcheggio: si tratta però di un’opzione più costosa e meno flessibile.

In ogni caso, comunque decidiate di arrivarci, una giornata a Panaraida è una tappa obbligata se siete in vacanza in Val Gardena con i bambini. E anche se non siete proprio nei paraggi… beh, fate una deviazione: vi assicuro che ne vale la pena.

Sono nata prima del tempo in un anno bisestile, segno che con i numeri non andavo d'accordo fin da piccola. Ho una laurea in Relazioni Internazionali, un marito, due figli e una pericolosa tendenza a voler fare più cose contemporaneamente. Stratega a tempo pieno, corteggio da sempre il lato creativo del mondo: nel mio blog “Fatti Raccontare” racconto storie di aziende e progetti nati dalla passione e dal lavoro di artigiani, creativi e imprenditori.
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