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Itinerario ad anello Tofana di Rozes

Itinerario ad anello Tofana di Rozes

L’itinerario ad anello Tofana di Rozes ti condurrà alla scoperta di una delle più belle montagne delle Dolomiti, la cima più meridionale di questo massiccio, nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.

Ti imbatterai in paesaggi e panorami meravigliosi, in uno straordinario affaccio sulla Conca Ampezzana su uan amontagna che, in passato, fu luogo di numerosi fatti storici durante la Grande Guerra.

Sei pronto? Zaino in spalla e partiamo!

Informazioni

L’itinerario proposto è un’escursione ad anello di 12.5 Km circa per affrontare il quale è necessario un buon allenamento, sebbene accessibile a tutti (ad esclusione della ferrata presente, e comunque aggirabile, lungo il percorso).

Il tempo di percorrenza previsto è di circa sei ore, con una differenza di quota di 960 m se non si percorre la ferrata, 830 m altrimenti.

La ferrata, come detto, rappresenta una variante possibile che richiede un tempo di percorrenza di 15 minuti circa ma che, vista l’esposizione, non è adatta ad escursionisti poco esperti o non opportunamente attrezzati.

Ricorda infatti che, qualora volessi intraprendere la ferrata, è necessario portare con te il kit completo da ferrata.

Il punto di partenza, e anche di arrivo, è il rifugio Dibona. Ma non temere, lungo il percorso potrai sostare per il pranzo e per un po’ di riposo al rifugio Giussani.

Percorso da seguire

A prescindere dal percorso che vorrai intraprendere ricordiamo sempre, prima di partire, di informarti sullo stato del sentiero e sulle previsioni meteo previste.

Nel periodo invernale vale la pena informarsi anche del manto nevoso e dell’eventuale presenza di ghiaccio. Assolutamente da evitare in caso di scarsa visibilità.

Solo se le condizioni sono favorevoli potrai dare inizio all’escursione.

Da Rifugio Dibona a Rifugio Dibona

Come detto, in questo itinerario il punto di partenza è a 2083 m, al rifugio Dibona.

Potrai raggiungerlo da Cortina d’Ampezzo percorrendo la SS48 delle Dolomiti, direzione Passo Falzarego.

La strada di accesso al rifugio Dibona è in parte asfaltata e in parte sterrata ma in buone condizioni quindi transitabile in auto.

Lasciata la macchina al parcheggio sei pronto per intraprendere l’escursione.

Incamminati in direzione della Tofana di Rozes percorrendo il sentiero 403 ed oltrepassa la teleferica utilizzata dal rifugio Giussani per portare in quota gli approvvigionamenti.

Superata questa imbocca il sentiero 442 che, dopo una prima parte pianeggiante, inizia a salire ripido in direzione della Forcella Col dei Bos.

Raggiunto un secondo bivio, quello della Grotta della Tofana in località “Sote Rozes”, dovrai proseguire lungo il sentiero 404, seguendo le indicazioni per le Galleria del Castelletto e per la Ferrata Lipella.

Ti troverai sul versante Sud della Rozes, a 2331 mt.

Intorno a te potrai ammirare il Sorapis, la Croda da Lago, il Monte Formin, le Cinque Torri, l’Averau.

Proseguendo il cammino sul sentiero 404 ti troverai nella Val Travenanzes e inizierai a vedere ruderi di trincee, casermette e gallerie delle cannoniere. I segni della Grande Guerra.

Alcuni massi furono trasformati in postazioni dagli austro-ungarici e tra questi il più celebre è il Sasso Misterioso, a forma romboidale e caratterizzato da diverse feritoie da cui era possibile tenere sotto tiro le postazioni italiane.

Misterioso perché leggenda narra che i nemici che si avvicinava qui di notte sparissero, misteriosamente appunto.

La ferrata si avvicina.

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Poco prima di arrivare ad essa, se deciderai di aggirarla dovrai seguire il sentiero 403 che ti condurrà, con una lunga e faticosa salita, sino al rifugio Giussani.

Se invece la ferrata non ti spaventa, non soffri di vertigini, sai di essere nelle condizioni idonee per farla ed hai con te il kit da arrampicata la strada ti condurrà velocemente ad essa.

La ripidissima Scala del Minighèl, in ampezzano Ra Šàra del Minighèl è una salita di 80mt molto esposta, con una parete spesso umida e fatta di pioli di ferro infissi in perpendicolare nella roccia.

La presenza di qualche terrazzo panoramico, notevolmente largo, ti consentirà di prendere le pause necessarie durante la salita.

Costruita nel 1907, fu resa impraticabile durante la Prima Guerra Mondiale per poi essere ripristinata nel 1958.

Potrai concluderla in circa 15 minuti per riprendere così il sentiero 403 che dal circo glaciale del Majariè ti condurrà direttamene al rifugio Giussani.

È tempo di una meritata sosta dove potrai cogliere l’occasione per degustare qualche delizioso piatto tipico della zona godendo del magnifico paesaggio circostante.

Quando avrai riposato abbastanza potrai incamminarti sulla strada del rientro, che ti ricondurrà al punto di partenza.

Troverai una strada a serpentina che riprende la vecchia strada militare costruita durante la Grande Guerra; è una mulattiera molto ampia, con ampi tornanti e un ghiaione.

Al termine dell’itinerario percorrerai una piacevole discesa su cui si affacciano le fantastiche Dolomiti Ampezzane, il Monte Pelmo e la Marmolada e che ti riporta, nuovamente, al Rifugio Dibona.

Malghe e rifugi durante l’itinerario

Impossibile immaginare un’escursione che non preveda almeno una sosta in un rifugio caratteristico.

Un luogo accogliente e caldo in cui, oltre a riposare, potrai degustare i piatti tipici ampezzani circondati da panorami meravigliosi.

Rifugio Dibona

Il Rifugio Dibona è raggiungibile in auto e in mountain bike d’estate, perfetta meta per una gita in ciaspole, con lo sci alpinismo in inverno quando offre anche un servizio di motoslitta a prenotazione.

Costruito durante la Grande Guerra come Rifugio Tarditi (dal Col. Tarditi comandante del settore Val Costeana) e successivamente ricostruito tra il 1952 e il 1953 e dedicato ad Angelo Dibona, la più grande guida alpina italiana che ha aperto innumerevoli vie alpinistiche nelle Dolomiti e sulle montagne austriache, è stato luogo di ristrutturazione e ampliamenti nel corso degli anni.

Come in ogni rifugio è presente una terrazza panoramica che ospita anche concerti ed eventi come accompagnamento all’ottima cucina.

Un menù preparato con ingredienti reperibili in zona e secondo ricette locali, come i classici casunziei e la tagliata di cervo.

Rifugio Giussani

Nel cuore delle Tofane, a Forcella Fontananegra, il Rifugio Giussani è sicuramente una sosta da non perdere.

Si tratta del terzo rifugio costruito in questa zona.

Il primo, il rifugio Tofana, fu inaugurato il 16 agosto 1886 e distrutto durante la Grande Guerra. È stato ristrutturato nel 1994 ed oggi funge da bivacco invernale.

Il secondo, il rifugio Cantore (dedicato al Generale Antonio Cantore), ormai in stato di abbandono e di cui si possono ancora ammirare i resti, fu costruito nel 1921.

Sarà necessario attendere il 1972 per inaugurare il terzo rifugio, costruito ex novo poco lontano dai precedenti e dedicato all’alpinista Avv. Camillo Giussani.

Tra i servizi offerti quello di pernottamento, bar e un ottimo ristorante dove potrai gustare i deliziosi piatti tipici della zona.

Da qui partono moltissimi altri sentieri, diverse ferrate e anche la via normale per raggiungere la cima della Tofana di Rozes.

Sicuramente l’appoggio ideale se si desidera andare sulle tracce delle postazioni belliche della Grande Guerra, presenti in tutta l’area circostante.

Sono una Digital Life Coach, un Ingegnere Informatico alla continua ricerca di come vivere un rapporto con il digitale sano, sostenibile e produttivo per migliorare la qualità della vita. Un rapporto che deve anche prevedere dei momenti di Digital Detox dove dimenticare lo smartphone e i social network per immergersi tra le montagne, respirare a pieni polmoni il profumo degli aghi di abete e larice o camminare a piedi nudi nelle acque fresche di un torrente.
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