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Lun, 29 Aprile 2024

Le ricette tradizionali del Trentino

Le ricette tradizionali del Trentino, come ogni altra ricetta tradizionale di un luogo, ci insegnano a conoscere meglio la realtà di un paesino, di una città; attraverso la cucina tipica si può risalire alle origini degli abitanti di un luogo e in questo caso del Trentino.

Nel passato gli abitanti preparavano cibi adatti ad essere trasportati e conservati a lungo, per questo è spesso presente come ingrediente la patata, il pane raffermo e la lucanica, una salsiccia poco stagionata; cibi poveri, ma calorici.

Tortèi de patate de la Val di Non, ricetta antipasto

I contadini o montanari del passato non avevano molto cibo a disposizione, c’era quello che si produceva in casa, nell’orto e da qui l’esigenza di nutrirsi con poco ma bene; affrontare il lavoro e il freddo per l’intera giornata non era facile e non ci si poteva rifocillare con un pasto composto da primo e secondo.

I tortèi o tortel de patate sono un pasto nutriente e venivano utilizzati come sostituto del pane per accompagnare la lucanica o del formaggio, tutto prodotto in casa.

I tortél de patate si realizzano con patate di montagna di media grandezza, con qualche cucchiaio di farina e una presa di sale.

Dopo aver sbucciato le patate si grattugiano crude; si aggiunge un po’ di farina, un goccio d’acqua e il sale, fino ad ottenere un composto omogeneo, ma dove prevale sempre la patata.

Si scalda l’olio al punto giusto e si friggono delle cucchiaiate d’impasto, a fuoco lento, fino ad arrivare alla doratura di entrambi i lati.

Oggi questo piatto tipico si serve anche nei ristoranti accompagnato da affettati misti come soppressa, speck, lucanica trentina oppure da formaggi o cavolo cappuccio crudo condito, fagioli stufati e conditi con cipolla cruda; e ci si abbina anche il vino Tortel e Gropel abbinamento perfetto.

Il Gropel è un vino speziato e con una buona acidità che bene si abbina all’unto del Tortél.

Smacafàm, ricetta piatto unico

Lo Smacafàm letteralmente picchia la fame ed è una ricetta antichissima preparata proprio per placare la fame, ma utilizzando ingredienti che si avevano in casa: farina, latte, lucanica.

È una ricetta che si prepara nei giorni di Carnevale. Infatti dal 17 Gennaio, il giorno di Sant’Antonio Abate, i giovani del paese vestiti da eremiti si aggirano per le strade cantando canzoni religiose e per ricompensa ricevono grasso e farina. Il Giovedì grasso poi vengono utilizzati per preparare una ricetta semplice da distribuire a tutta la collettività.

Lo smacafàm si prepara mescolando farina, latte, olio e sale e una volta ricavato un composto omogeneo si aggiungono lucanica a pezzi e fatta rosolare nel lardo, e della pancetta affumicata. Prima di infornare si ricopre con altre fette di  lucanica e altra pancetta.

Questo piatto unico si può gustare sia caldo che il giorno dopo e i trentini amano abbinare un vino regionale, tra cui Trentino Doc e Teroldego sia nella versione rosso che rosato.

Polenta e capus, ricetta secondo piatto

Questo secondo piatto è stato creato apposta per scaldarsi nelle giornate fredde del Trentino; ingredienti poveri, ma ricchi di sostanza e nutrimento.

Capus, ossia cavolo cappuccio, non mancava mai nell’orto, come non poteva mancare la farina di mais e la tipica lucanica nelle case contadine.

Per preparare la polenta e capus, in una capiente pentola far soffriggere in olio la cipolla tritata, aggiungere il cavolo tagliato sottile assieme alla lucanica bucherellata; aggiungere sale e pepe e far procedere una cottura lenta e lunga circa due ore.

Nel frattempo preparare a parte la polenta e servire in un unico piatto entrambi caldi.

Portare in tavola accostandogli un vino da tavola come il Marzemino Trentino Doc.

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Canéderli, ricetta primo piatto

Tra le ricette tradizionali del Trentino non può mancare quella dei canéderli, un piatto molto famoso delle zone altoatesine preparato con ingredienti poveri e di recupero. La storia ci racconta che sono stati realizzati per la prima volta da una contadina, la cui casa fu occupata da un gruppo di Lanzichenecchi di passaggio; dietro minaccia di incendiare la casa se non avesse dato loro da mangiare, la donna si vide costretta a recarsi in cucina e preparare qualcosa velocemente con quello che aveva.

Così mise insieme pane raffermo, uova, speck, latte, cipolle e farina e dopo aver tagliato tutto a cubetti formò delle polpette che cosse nel brodo; piacquero così tanto che fu ricompensata con delle monete d’oro.

Altri indizi invece ci indicano che i canéderli abbiano un’origine ancora più antica; infatti in alcuni affreschi della cappella del castello di Hocheppan (Castel D’Appiano), vicino Bolzano, che risalgono agli inizi del XIII secolo, essi sono rappresentati in quello che raffigura la nascita di Gesù. In questo affresco si vede la Madonna rivolta verso un’ancella che sta cuocendo delle grosse polpette o gnocchi in una padella e che è ritratta proprio nell’atto di assaggiarne uno.

Qualunque sia la loro origine i canederli sono comunque da considerarsi un piatto del recupero, ottimo per smaltire avanzi preparando un primo piatto saporito.

Per preparare i canéderli si prende del pane raffermo, una cipolla, una lucanica, della pancetta affumicata, della mortadella e si taglia tutto a cubetti.

Si aggiunge del latte, del prezzemolo, qualche cucchiaio di farina, delle uova e si mescola tutto; una volta formate delle polpette si fanno cuocere nel brodo e si servono calde cosparse con del grana trentino grattugiato.

I ristoranti locali dove mangiare i canederli sono tanti. Si possono provare tante varianti di questo primo piatto, spesso servito in abbinamento ad un vino leggero come un Pinot nero rosato morbido ed elegante oppure ad un Barbera d’Asti, un vino profumato che non lascia in bocca troppo amaro.

Zelten, ricetta dolce

Lo Zelten è un dolce tipico del Trentino caratterizzato dall’uso dei canditi, frutta secca e uvetta; il suo nome ha origini tedesche e deriva da “selten” che significa “a volte” perché concepito come una preparazione che avviene solo una volta l’anno e in questo caso a Natale.

Infatti si narra che questo dolce venisse preparato il 21 Dicembre, alla Vigilia di San Tommaso; l’intera famiglia si adoperava nella preparazione di un solo Zelten gigante e le giovani donne da marito, invece, si dedicavano alla realizzazione di piccoli Zelten da donare ai loro futuri sposi.

Venivano benedetti prima di essere infornati e dopo la cottura, poi conservati in credenza fino all’Epifania per gustarli in famiglia.

Non esiste una ricetta originale di questo tipico pane di frutta, essendo diffuso in tutto il Trentino, gli ingredienti cambiano da valle in valle; ma quello che li accomuna è la ricetta base.

Per preparare gli Zelten si sbattono uova, zucchero, burro sciolto e un po’ di acqua tiepida; si lascia riposare e dopo si aggiungono mescolando la farina e frutta secca tritata e tenuta a bagno per una notte nel rum; infine si uniscono gli albumi montati a neve. L’impasto si divide in due e in ognuna si aggiunge la polvere Gallo, un’agente lievitante; si infornano in due stampi diversi, unti e infarinati.

Lo zelten va servito con vin brulè, una tipica bevanda calda dei paesi del nord, preparata con vino rosso e arricchita da aromi naturali quali cannella, zucchero e arancia.

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Sono Maria Rosaria a cui piace chiacchierare soprattutto in cucina di cucina, raccontare di cibo e di come è importante prepararlo in casa per avere sempre ricette gustose e sane. Se non lo si può preparare in casa allora occorre comprare con consapevolezza e leggere l'etichetta con esattezza!

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