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Lun, 6 Maggio 2024

Escursione della Val Orita

L’escursione della Val Orita che andremo a proporvi in questo articolo è una gita panoramica ad anello, con partenza e arrivo nel centro di Cortina d’Ampezzo, in una valle che fino a trent’anni fa era molto conosciuta e frequentata dagli sciatori.

Purtroppo i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno fatto dimenticare presto questo percorso agli amanti della neve ma resta pur sempre una bellissima escursione da affrontare nei mesi di primaverili e estivi.

Come in tutti i percorsi presenti nei dintorni di Cortina d’Ampezzo, anche in questo caso le nostre aspettative in termini paesaggistici non resteranno sicuramente deluse.

Informazioni

L’itinerario proposto, in Val Orita, è una escursione ad anello 7,5 Km e media difficoltà con partenza e arrivo nel centro di Cortina d’Ampezzo.

È adatta a chi è abituato a camminare su terreno di vario genere e, soprattutto, un allenamento sufficiente allo sforzo fisico.

Il tempo di percorrenza previsto è di due ore e quaranticinque minuti, con un dislivello positivo di appena 162 metri ma un dislivello negativo di 1058 metri.

Percorso da seguire

Come anticipato, partenza e arrivo di questa escursione sono il centro di Cortina d’Ampezzo.

È prevista una risalita sul Monte Faloria e una discesa lungo la Val Orita seguendo il percorso 214.

Come sempre resta sempre valido il consiglio di informarci, prima di partire, sullo stato del sentiero e sulle previsioni meteo previste.

Solo se le condizioni sono favorevoli potremo dare inizio alla nostra escursione.

Da e per Cortina d’Ampezzo

Poichè obiettivo dell’escursione è assaporare l’atmosfera della Val Orita, affronteremo la nostra risalita al Rifugio Faloria, che prevede un dislivello di 1200 metri, avvalendoci della funivia  posizionata al centro di Cortina d’Ampezzo.

In pochissimo tempo saremo così al Rifugio Faloria, a quota 2.123 m, e potremo lasciarci affascinare dalla vista aperta sull’intera conca ampezzana.

Siamo al cospetto delle Tofane, del Pomagagnon e delle straordinarie Tre Cime di Lavaredo.

È arrivato il momento di metterci in cammino, in direzione del Rifugio Capanna Tondi lungo il segnavia n° 213 fino all’incrocio con il sentiero n° 214.

Solo da qui avrà inizio la nostra discesa attraverso la Val Orita, nota anche nota all’alpinista austriaco Paul Grohmann, pioniere dell’alpinismo nell’Ampezzano.

Lentamente ecco apparire la Punta Nera, il Sorapis e la Val Orita, una valle che nasce a 2500m circa alla base della Croda Rota, nel gruppo del Sorapis, fatta di ghiaia e detriti.

Le leggende la narrano come il luogo abitata dal Dio Silvano, dalla pittrice del Faloria, dai ventisette piccoli elfi di Ranpognei e da tutte quelle creature fantastiche che popolano i boschi della zona.

Proprio la sua ampiezza le molte possibilità di linee freeride la resero famosa tra gli sciatori, che in essa scoprivano una divertente e sicura occasione per un fuori pista di media difficoltà.

Una sciata indimenticabile in mezzo ai larici, in un ambiente non affollato, da dove è possibile raggiungere il villaggio di Acquabona, con il suo caratteristico bar in legno, e da qui prendere l’autobus urbano che riporta a Cortina.

Le nevi meno abbondanti e i cambiamenti climatici l’hanno fatta dimenticare presto.

Ci troviamo in un sentiero poco frequentato che da subito ci immerge nel verde dei mughi, in totale tranquillità e circondati da paesaggi meravigliosi.

La sola compagnia che potremmo avere sarà quella di qualche animale che incuriosito potrebbe far capolino per vedere chi interrompe quella quite.

Alla fine della ripida discesa, dopo circa due ore, raggiungiamo Baita Fraina e da qui, lungo l’abitato di Cojana fino al sentiero pedonale della Ex Ferrovia, rientriamo celermente al centro di Cortina d’Ampezzo.

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Malghe e rifugi durante l’itinerario

Le malghe e i rifugi sono delle vere e proprie perle delle sontuose vette dolomiti, da sempre immancabili punti di appoggio per ogni escursione.

Utili sia per riposarsi dalle fatiche godendo del paesaggio che per assaggiare i prodotti tipici locali che vengono proposti dai luoghi di ristoro.

Anche in questa escursione non potevano mancare le strutture che sicuramente ci renderanno ancor più piacevole la giornata.

Rifugio Faloria

Appena scesi dalla funivia Faloria potremo farci accogliere dal Rifugio Faloria per organizzare l’escursione sulla spettacolare terrazza solarium affacciata sulla conca di Cortina e con vista mozzafiato sul Monte Cristallo e sul versante orientale delle Tofane.

Le possibilità offerte sono tante: dai piatti tipici locali che la cucina rende disponibili per i commensali, dove non mancano alcune rivisitazioni moderne dei piatti proposti, alla possibilità di pernottare per godere la vista della valle d’Ampezzo illuminata.

Siamo sul monte Faloria e il rifugio rappresenta senz’altro un ottimo punto di partenza  per i numerosi sentieri disponibili e raggiungibili facilmente dal centro di Cortina d’Ampezzo con la funivia.

Rifugio Capanna Tondi

Il Rifugio Capanno Tondi è situato a 2327 m e ad appena mezz’ora dalla funivia del Rifugio Faloria.

Il rifugio sorge sulla cresta che separa i Tonde de Faloria dalle pendici del Monte Ciasadio e offre una vista su Ponta Negra e sulla vicina Croda Rotta a dir poco unica.

Anche in questo caso le proposte culinarie non ci lasceranno delusi e un occhio speciale lo meritano senz’altro i piatti a base di selvaggina. Famosissima poi la grappoteca.

Una struttura ha subito più volte delle modifiche, che ancora oggi sono considerate di notevole pregio, senza mai perdere l’originale atteggiamento casereccio a cui da sempre ha abituato la famiglia Verzi.

La storia di un rifugio che in realtà è la storia di una famiglia generata dal capostipite Dino Verzi e che fa dell’accoglienza la sua mission imprescindibile.

Baita Fraina

Nata come piccolo bar nel 1956, grazie alle diverse trasformazioni oggi Baita Fraina è in grado di offrire una cucina tradizionale e una ben rifornita enoteca, che vanta più di 600 etichette. Una delle più belle baite ampezzane presenti.

Tutti elementi che, insieme alla qualità del servizio, le hanno permesso di essere segnalata nelle guide gastronomiche più prestigiose

Arrivati alla baita ci sembrerà proprio di essere in una fiaba romantica: salette rivestite in legno, tre stufe in maiolica, pizzi e oggetti antichi e la immancabile terrazza panoramica.

Disponibili anche stanze per pernottare, ciascuna con balcone con vista montagne, e su richiesta un’area benessere dotata di sauna e vasca idromassaggio.

Anche in questo caso la baita racconta la storia di famiglia, oggi arrivata alla terza generazione.

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Antonella Bruzzonehttps://consapevolmenteconnessi.it
Sono una Digital Life Coach, un Ingegnere Informatico alla continua ricerca di come vivere un rapporto con il digitale sano, sostenibile e produttivo per migliorare la qualità della vita. Un rapporto che deve anche prevedere dei momenti di Digital Detox dove dimenticare lo smartphone e i social network per immergersi tra le montagne, respirare a pieni polmoni il profumo degli aghi di abete e larice o camminare a piedi nudi nelle acque fresche di un torrente.

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