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Lun, 29 Aprile 2024

Castel Beseno a Besenello

Castel Beseno a Besenello è un’antica roccaforte in provincia di Trento: il castello si trova in Vallagarina, nella parte più meridionale della regione. Molto conosciuto per la celebre Battaglia di Calliano, che vide fronteggiarsi le truppe tirolesi e l’esercito della Repubblica di Venezia, è il più grande castello fortificato del Trentino. Se volete visitarlo, qui troverete tutte le informazioni che servono: le notizie storiche, cosa vedere all’interno, come organizzare la vostra visita.

Storia del castello

I primi riferimenti al castello nei documenti storici risalgono al XII secolo: a quel tempo la fortezza era abitata dalla famiglia dei Da Beseno, vassalli dei Conti di Appiano. Si trattava di un’anomalia per l’assetto politico della regione, dato che la maggior parte dei possedimenti strategici all’epoca erano controllati dal Principe Vescovo di Trento.

In effetti poco più tardi, nei primi anni del XIII secolo, il vescovo Federico Vanga fece inserire tra i beni ecclesiastici anche una parte delle terre che facevano capo alla fortezza. A Castel Beseno e a Besenello, infatti, passavano vie di comunicazione strategiche per i commerci e importantissime per il controllo militare del territorio. La roccaforte, edificata sulla cima di un colle, permetteva di controllare tutta la Vallagarina e le strade che portavano a sud, in direzione di Folgaria.

Quasi un secolo dopo, nel 1303, l’intera fortezza passò sotto il dominio della famiglia dei Castelbarco, feudatari dei Vescovi di Trento, restando tra i loro possedimenti fino al 1443. Il XV secolo è un secolo travagliato per Castel Beseno, che si trova al centro della lotta tra Venezia e il Duca Sigismondo d’Austria. È proprio quest’ultimo a convincere il vescovato di Trento ad assegnare il castello alla potente famiglia alleata dei Trapp, nell’intento di fermare l’avanzata della serenissima in Trentino.

Il Duca aveva fatto bene i suoi conti: il 10 agosto 1487 la pianura che si stende ai piedi di Castel Beseno fu teatro della violenta Battaglia di Calliano tra esercito tirolese e truppe veneziane. Friedrich Kappler, il comandante dell’esercito del Tirolo di stanza a Trento, era stato avvisato dell’imminente attacco dei veneziani grazie a un complicato sistema di segnalazione partito dal castello.

Dato che le forze nemiche erano superiori in numero, Kappler decise di contare sull’effetto sorpresa. Inviò una prima legione che fu respinta, per poi cogliere il nemico alla sprovvista con l’arrivo di altri 900 uomini, tra cui i temibili Lanzichenecchi, mercenari molto ben addestrati. Dall’altra parte l’esercito veneziano, confidando su un numero maggiore di uomini, non aveva saputo organizzare rapidamente la difesa.

La fanteria si diede alla fuga, fermandosi all’imboccatura del ponte di barche costruito la notte prima per attaccare il castello. La cavalleria, guidata dal comandante veneziano Roberto Sanseverino d’Aragona, tenne testa ai sodati di Kappler. L’arrivo di nuove truppe tirolesi da nord, tuttavia, costrinse alla ritirata anche la cavalleria. Arrivati al ponte di barche, dove i fanti erano ancora in attesa, i cavalieri ne provocarono il crollo. Moltissimi uomini morirono nella confusione, incluso Sanseverino d’Aragona. Il suo corpo fu portato a Trento e sepolto nel duomo, con gli onori dovuti a un valoroso nemico.

La sconfitta nella battaglia di Calliano decretò la fine delle mire espansionistiche di Venezia in Trentino. Castel Beseno non fu più teatro di scontri fino all’arrivo di Napoleone alla fine del settecento: saccheggiata dalle truppe francesi, la fortezza perse la sua importanza strategica dopo la fine del principato vescovile di Trento. Nell’ottocento, anche la famiglia Trapp abbandonò il castello, pur mantenendone la proprietà. Nel 1973 i Trapp donarono Castel Beseno alla Provincia di Trento, che iniziò una grandiosa opera di restauro.

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Cosa vedere a Castel Beseno

È proprio grazie a questo imponente intervento che oggi possiamo arrivare a Besenello e vedere Castel Beseno come doveva essere nel momento di massimo splendore. Le battaglie, i saccheggi e il tempo hanno lasciato il segno, ma le tecniche di restauro integrativo hanno restituito alla roccaforte la sua bellezza originaria.

Tra le attrazioni principali del castello ci sono senz’altro:

  • Il Palazzo di Marcabruno: si tratta dell’ala della fortezza che ospita la mostra permanente dedicata alla battaglia di Calliano. Nelle sale espositive video, miniature e plastici ricordano lo scontro tra esercito veneziano e truppe trentine: l’equipaggiamento, le scelte strategiche, il coinvolgimento delle truppe mercenarie dei Lanzichenecchi. Uno dei pezzi forti dell’esposizione è la riproduzione della lapide che chiude il monumento funebre di Sanseverino d’Aragona, rappresentato con le insegne di San Marco capovolte, a ricordarne la sconfitta.
  • Il camminamento di ronda. Quasi completamente percorribile, è uno dei più lunghi camminamenti d’Italia. Tenete un binocolo a portata di mano, perché nelle giornate serene il panorama è fantastico: lo sguardo abbraccia tutta la valle, seguendo il corso del Fiume Adige e spingendosi oltre, fino a Folgaria, verso sud. Nelle giornate serene? Beh, ad essere sincera la vista è splendida anche con il brutto tempo. Io ho visitato il castello per la prima volta in un’umida giornata di pioggia, con un vento sferzante: vedere il cielo cambiare forma sotto i nostri occhi, come se fossimo noi a dirigere le nuvole, è stato meraviglioso.
  • I cortili esterni: prendetevi un po’di tempo per passeggiare tra le vie di collegamento e gli spazi che separano diverse costruzioni. I piccoli cortili, gli archi in pietra, le ampie corti ricoperte di erba verdissima sono un invito a perdersi e a ritrovarsi (anche se, diciamocelo, perdersi è impossibile: le direzioni sono segnalate benissimo). Una chicca in più? L’ultima volta che ci sono stata, nel cortile d’onore c’erano dei giochi in legno per bambini, ispirati alle giostre e ai tornei medievali. E se non siete bambini… beh, chiuderemo un occhio se anche a voi verrà voglia di provare a schivare i sacchi correndo sulla pedana di legno!
  • La sala delle armature. “Si prega di toccare“: nella sale delle armature i cartelli invitano i visitatori a maneggiare le riproduzioni a grandezza naturale di spade e armature. Salvo restrizioni temporanee, gli ospiti del castello possono indossare le cotte di maglia (ma quanto erano pesanti, accidenti!), impugnare spade e daghe, ripararsi dietro la celata di un cavaliere. Un’esperienza da non perdere, per gli amanti del genere e non solo.
  • Le rievocazioni storiche. Nei fine settimana, durante i mesi estivi, a Besenello e a Castel Beseno vengono organizzati molto spesso manifestazioni ed eventi. A richiamare gli abitanti della zona e i turisti sono soprattutto le rievocazioni storiche, con figuranti in costume, duelli e cortei. Dai mestieri di un tempo ai giochi del Medioevo e del Rinascimento, fino ai menù a tema curati nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso. Un’occasione unica per chi vuole immergersi nelle atmosfere suggestive della corte, tra dame, cavalieri e tornei.

Castel Beseno è senz’altro uno dei migliori castelli del Trentino e chi vuole visitarlo può usufruire anche di qualche agevolazione sulle tariffe, specie se decide di trascorrere in zona più di un giorno. Nel prossimo paragrafo vedremo nel dettaglio come organizzare la visita.

Orari, informazioni e prenotazioni

Per raggiungere Besenello, il paesino che ospita Castel Beseno, conviene prendere l’autostrada A22 del Brennero fino all’uscita di Rovereto Nord. Da lì, per arrivare a Castel Beseno bastano una decina di minuti.

Dal mese di maggio ai primi giorni di novembre il castello è aperto tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10.00 alle 18.00. Nel resto dell’anno, invece, la fortezza può essere visitata soltanto nei weekend, dalle 9.30 alle 17.00.

Il biglietto intero costa 7 euro, ma è possibile anche acquistare il biglietto cumulativo per chi vuole visitare tutti e cinque i castelli che fanno capo al Museo Provinciale del Castello del Buonconsiglio: Castel Beseno, Castel Thun, i castelli di Stenico e di Caldes e, ovviamente, al Castello di Trento. Il costo del biglietto unico è di 20 euro a persona.

Ci sono anche altre agevolazioni riservate a specifiche categorie di visitatori:

  • Gli over 65, i gruppi di persone con almeno 15 persone paganti e i membri di associazioni convenzionate con il castello pagano 5 euro.
  • Per i giovani dai 15 ai 26 anni l’ingresso costa 4 euro
  • Non pagano l’ingresso bambini e ragazzi fino ai 14 anni, diversamente abili e loro accompagnatori, accompagnatori di scolaresche, guide turistiche, professionisti del settore dei beni culturali, possessori della Trentino Guest Card.
  • Le famiglie usufruiscono di agevolazioni specifiche: due adulti che accompagnano minori pagano due biglietti interi per l’intero gruppo. Allo stesso modo, una persona adulta con minori paga una sola tariffa intera.

Si possono anche prenotare laboratori per scolaresche e attività per famiglie o piccoli gruppi. Per maggiori dettagli è possibile contattare la biglietteria di Castel Beseno.

A causa della pendenza elevata di alcune vie che portano al castello, l’accesso potrebbe essere difficoltoso per i diversamente abili: anche in questo caso si suggerisce di chiedere informazioni alla biglietteria.

Nelle aree verdi esterne al castello sono ammessi i cani, tenuti al guinzaglio. Quelli di piccola taglia possono anche entrare nelle sale espositive, purché tenuti in braccio o nel trasportino.

La prenotazione anticipata della visita è obbligatoria ed è possibile effettuarla online sul sito del castello. Per maggiori informazioni e per tutte le altre esigenze organizzative, consigliamo di telefonare alla biglietteria del castello al numero al numero 0461-492811.

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laura.franceschihttps://www.fattiraccontare.it
Sono nata prima del tempo in un anno bisestile, segno che con i numeri non andavo d'accordo fin da piccola. Ho una laurea in Relazioni Internazionali, un marito, due figli e una pericolosa tendenza a voler fare più cose contemporaneamente. Stratega a tempo pieno, corteggio da sempre il lato creativo del mondo: nel mio blog “Fatti Raccontare” racconto storie di aziende e progetti nati dalla passione e dal lavoro di artigiani, creativi e imprenditori.

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